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Esercizi di Storytelling al Master Scienziati in Azienda: Ercole-Steve Jobs

I partecipanti del Master Scienziati in Azienda hanno realizzato come esercizio di storytelling e public speaking un video e un articolo relativo ad un personaggio della mitologia greca attualizzato

Il gruppo composto da Claudia Rita Ventura, Valentina Urbano, Maria Rosaria Mollo e Vito Cianciaruso ha lavorato sul mito di Ercole, che ai giorni nostri è diventato Steve Jobs.

Il mito è una narrazione di eventi che utilizza un linguaggio simbolico, la cui funzione è trasmettere un significato. Tra i miti più educativi e importanti dell’antica Grecia, c’è il mito delle 12 fatiche di Ercole che è in stretto rapporto con il numero 12 ed il simbolismo dello Zodiaco. L’eroe-mito Ercole fa tesoro delle proprie risorse interiori e degli aiuti che il mondo esterno gli offre per ritrovare la sua vera identità e riscattarsi dalla condizione in cui è caduto. Una volta superate le 12 prove, otterrà l’immortalità e si trasferirà sull’Olimpo. Il “non ancora perfetto Figlio di Dio” è dunque simbolo di coloro che prendono il comando del proprio destino per elevare la propria natura “inferiore”.

Un Ercole dei giorni nostri può essere incarnato da Steve Jobs, un californiano geniale e irascibile che si è ispirato a Bob Dylan e a Picasso per dar vita alla più grande rivoluzione tecno-sociale: la Apple. La sua creazione ha aperto le porte al futuro trasformando radicalmente il nostro modo di pensare, scrivere, leggere e lavorare. Steve Jobs non è stato solo un grande innovatore ma per arrivare all’apice della sua carriera ha attraversato una serie di sfide. Ercole e Steve Jobs sono accomunati da un carattere impulsivo e irascibile. Infatti la vita di Ercole è costellata da episodi d’ira accecante che lo porteranno addirittura ad uccidere prima il suo stesso insegnante, poi moglie e figli. Allo stesso modo, benché Steve Jobs sia principalmente noto ai più per le sue intuizioni geniali, è sempre stato denotato da un carattere irascibile, arrogante, e ribelle che lo ha portato, tra le altre cose, ad essere licenziato dalla sua stessa Apple.

Il parallelismo Ercole-Steve Jobs viene ulteriormente alla luce se si analizzano le vite di entrambi: sin dall’infanzia entrambi furono “addestrati” a quel che sarebbe diventata la loro vita futura, l’uno servendosi dell’educazione fornitagli dai maestri dell’arte della guerra, l’altro attraverso gli insegnamenti delle fondamenta dell’elettronica fornitagli dal padre.

Ercole fu in grado di superare le 12 fatiche con successo servendosi delle conoscenze e della propria astuzia; allo stesso modo Steve Jobs non esitò mai davanti alle difficoltà ma fece leva sulle sue capacità creative e sulle sue abilità per risollevarsi dopo ogni fallimento, il più emblematico dei quali fu il suo licenziamento dalla Apple. In questa occasione egli non si scoraggiò ma fece tesoro del suo ingegno dando inizio ad uno dei periodi più creativi della sua vita. Infatti, grazie alle sue idee vincenti (NeXT e Pixar), frutto del suo ingegno, Jobs riconquistò la Apple da “Dio”. Proprio come Ercole tornò all’Olimpo una volta compiute le sue fatiche. Steve Jobs può quindi rappresentare chiunque si imbatta con i problemi della vita, affrontando con coraggio i compiti del proprio destino, superando fallimenti e tribolazioni. Poco importa che Jobs non sia stato effettivamente il padre delle invenzioni che hanno cambiato la tecnologia moderna; che sia stato Steve Wozniak a costruire l’Apple II, George Lucas a fondare la Pixar, e che gli smartphone fossero già sul mercato quando è comparso l’iPhone. Certamente Jobs ha osato ed è stato in grado di contaminare questi oggetti con la sua personalità e renderli “oggetto del desiderio” per tutti: un must-have, uno status symbol. Infatti lo stesso Steve Jobs ammise, citando Picasso: “non ci siamo mai vergognati, a rubare le grandi idee”. La smisurata genialità e astuzia che ha condotto Jobs ad essere considerato un idolo della rivoluzione tecno-sociale dei giorni nostri può sicuramente essere fonte di grande ispirazione per tutte le nuove generazioni. A tal proposito, è famoso il suo discorso a Standford in cui incitò i neo-laureati a non fermarsi mai davanti alle difficoltà della vita ed a ricercare un lavoro che sia in grado di gratificare e ricambiare tutti gli sforzi sostenuti durante gli studi, seppur molto difficile.

Sebbene Steve Jobs rappresenti per molti un mito, il rischio che si corre è quello di idolatrare un uomo che è arrivato in cima cinicamente, rubando idee che ha poi saputo sfruttare nel migliore dei modi. Un esempio di perseveranza e determinazione a discapito della lealtà, e forse la personificazione de “il fine giustifica i mezzi”. Uno squalo che però, ormai vicino alla morte si accorge che in realtà l’unica ricchezza dell’uomo è la vita, un bene immateriale impregnato di valore come l’amore per la famiglia.

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Vito Cianciaruso

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