0

Flessibilità, ascolto, comprensione e “Kuuki wo yomu”: l’esperienza professionale di Silvia Bettoschi in Giappone

Intervista a Silvia Bettoschi, ex partecipante al Master in Risorse Umane di ISTUD, ora a Tokyo dove lavora come Training & Development Manager presso la Japan Tobacco Group.

Ciao Silvia, ci racconti quale è stato il percorso professionale che ti ha portato alla carriera internazionale?Silvia Bettoschi - JT International

Dopo il Master ISTUD ho iniziato subito a lavorare per un’azienda multinazionale. Pur essendo basata in Italia, ho avuto opportunità di frequenti contatti con colleghi stranieri, meeting internazionali, trasferte di lavoro in Europa. E’ stata un’esperienza sfidante ed estremamente formativa per me e mi ha fatto iniziare a maturare l’idea di provare ad avere una carriera internazionale. L’azienda per cui lavoravo allora non poteva offrirmi questa possibilità nel breve tempo, per cui 6 anni fa ho deciso di cambiare, trasferirmi a Milano e iniziare a lavorare per JT International. Pur restando in Italia, questo passaggio mi ha dato un’infinità di possibilità di contatto con altri Paesi, questa volta su scala globale. Meeting, Training, conference calls, progetti internazionali… sono stati anni pieni di cose da fare e di persone da conoscere. Tra le altre destinazioni, ho avuto anche la possibilità di partecipare ad un programma di sviluppo in Giappone… e mi sono letteralmente innamorata di questo Paese!

Pur essendo già nella pipeline per un trasferimento all’estero, ho fatto tutto quello che potevo per ottenere una posizione in Giappone, cosa non facile per ragioni culturali e linguistiche. E alla fine sono riuscita nel mio intento: esattamente un anno fa mi sono trasferita a Tokyo per un long term assignment (5 anni circa). Per il futuro si vedrà: potrei trasferirmi in altri Paesi, oppure forse avere la possibilità di restare qui. Presto per dirlo, ma vi terrò aggiornati!

Quali sono i lati positivi e quelli negativi di lavorare all’estero? 

Essendo un’esperienza voluta e cercata, ho ovviamente più aspetti positivi che negativi da segnalare. Tra i punti a favore: lavorare all’estero è un acceleratore incredibile di crescita, sia professionale che personale. Ti aiuta a guardare la cose da una prospettiva diversa, è un mettersi in gioco continuo ed è spesso una scoperta quotidiana. Più di tutto ti aiuta a conoscere te stesso, i tuoi punti di forza e i tuoi limiti.

Lati negativi: sicuramente richiede enorme capacità di adattamento, umiltà e pazienza nel “ricominciare da capo” per molte cose. Può essere frustrante a volte, sia per le difficoltà di comunicazione, sia per il non riuscire ad essere sempre efficace in un ambiente lavorativo e culturale completamente diverso.

Qualità che deve avere secondo te un manager internazionale?

In cima alla top list per me c’è la curiosità: curiosità di scoprire, di imparare, di trovare modi nuovi di lavorare e relazionarsi con gli altri. Ci vuole grande flessibilità, capacità di ascolto e di comprensione di tutte quelle cose che non sono scritte e dette ma che fanno parte della cultura locale e condizionano comportamenti e relazioni (In Giappone questa abilità si chiama “Kuuki wo yomu“, letteralmente “leggere l’aria“). Insomma per parlare da HR, più che curriculum e skills tecniche, credo che le competenze comportamentali siano la chiave per avere un’esperienza appagante e di successo all’estero.

Che consiglio daresti a un giovane che vuole intraprendere questo tipo di carriera?

Prima di tutto chiedetevi perché. Andare all’estero per lavoro è attraente da molti punti di vista, ma le motivazioni che vi darete condizioneranno enormemente la vostra esperienza.

E poi siate pronti: la carriera internazionale richiede maturità e consapevolezza. Muoversi fisicamente è un gioco da ragazzi; “muovere” pensieri e azioni è molto più difficile di quanto si pensi e richiede preparazione.

Grazie a Silvia per averci raccontato la sua esperienza!

 

Facebooktwittergoogle_pluspinterestlinkedintumblrFacebooktwittergoogle_pluspinterestlinkedintumblr
Tania Ponta

Tania Ponta

Trentenne (e poco più), mi occupo a giorni alterni (e a volte in base all'umore) di grafica, web marketing e social per ISTUD.

Lascia un commento