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QUIT: Transizioni di carriera a confronto. Diventare imprenditori di se stessi.

Interviste a Paolo Pedronetto, Rocco Bizzoco e Giorgio Bertolini a cura di: Davide Mario La Piana, Federica Lisanti, Carla Miritello, Vincenzo Sabato. Con la collaborazione di Antonio De Pascali del Master in Risorse Umane e Organizzazione 2013-2014

Quit Master ISTUD

Il rapido mutamento dello scenario economico e sociale ha prodotto una trasformazione del mercato del lavoro, caratterizzato da maggiore flessibilità in entrata e in uscita, e dalla professionalizzazione della forza lavoro. Ciò ha avuto forti ripercussioni sul concetto di carriera: grazie alle competenze di nicchia maturate dal lavoratore durante le sue esperienze, anche discontinue e disarmoniche, è possibile oggi discostarsi dal modello tradizionale, che permetteva di conoscere sin dal momento di ingresso le tappe future.

Con il supporto dell’ISTUD, molto attenta a queste tematiche, abbiamo indagato una particolare tipologia di transizione di carriera, quella che porta a interrompere il lavoro dipendente e a scegliere di essere imprenditori di sé stessi. Denominiamo QUIT questa tipologia di transizione per sottolineare come spesso si tratti di persone che non fanno questa scelta per mera necessità, ma per la voglia di mettersi in gioco in qualcosa di nuovo, sfruttando le competenze maturate in azienda, o seguendo una loro idea di business innovativa, e cercando di valorizzare quanto più possibile i propri interessi ed i propri valori personali e professionali.

Un’analisi della letteratura manageriale ci porta a considerare tale tipologia di transizione sotto il punto di vista delle new careers, come le boundaryless careers, caratterizzate da un focus su networking, competenze, e sul concetto di impresa. Chi sceglie carriere di questo tipo solitamente fornisce servizi in outsourcing, sulla base delle competenze pregresse, ha una naturale tensione verso il project networking e vede le interruzioni di carriera come fonte di nuove opportunità, mostrando un alto grado di resilienza. Un’altra tipologia di carriera che mostra tratti comuni con quelle da noi analizzate è stata osservata da Mirvis. Egli parla di protean career, quella di chi, per adattarsi e sopravvivere alla frammentazione del contesto moderno, sceglie una strada autodiretta e indipendente, guidata da valori personali che forniscono la guida e la misura del successo, persone in possesso della giusta flessibilità e consapevolezza per adattarsi ai cambiamenti in termini di performance e di percorsi scelti.

La carriera è una dimensione chiave per i lavoratori: dà senso di scopo, identità e status, richiama alla sfida e all’autoadempimento. Interrompere la propria carriera per iniziare un’attività individuale è una scelta forte in quanto il supporto dell’organizzazione va gradualmente sostituito da risorse individuali in termini di competenze, network ed abilità imprenditoriali. Importante è il sostegno della rete di supporto rappresentata da famiglia, ex partner lavorativi, contatti personali ed, economicamente, dai risparmi accumulati in precedenza. Senza questa rete il potenziale dei self-employed diminuisce notevolmente

Abbiamo scelto di occuparci di questo momento della storia lavorativa delle persone per sottolinearne le peculiarità e contribuire a indagare un evento che, se il contesto continuerà a confermare questo trend, sarà sempre più comune, e per mettere in evidenza a chi si sta inserendo nel mondo del lavoro che oltre al lavoro dipendente esiste un’altra via, costruita secondo i propri valori con l’impegno, il sacrificio, ma fonte di soddisfazione e di realizzazione per chi la intraprende con successo e convinzione.

Quit Report Completo e interviste

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Federica Lisanti

Federica Lisanti

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