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Disastri ed Eroismi nell’Antropocene – Il respiro della foresta: ieri, oggi e domani

Questo sesto capitolo di Disastri ed Eroismi dell’antropocene è a cura di Sebastiano Giuseppetti, Ilaria Macchione, Maurizio Manneschi, Marco Cassano, Francesca De Rosa, Raffaella Leone, partecipanti del Master ISTUD Scienziati in Azienda.

 

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Background – Le prime foreste sono comparse sulla terra circa 350 milioni di anni fa, e da allora hanno avuto a che fare con ogni tipo di avversità: eruzioni vulcaniche, incendi, terremoti, inondazioni e glaciazioni. Quando la storia delle foreste si è incrociata con quella degli uomini, molte cose sono cambiate per le immense distese di alberi, che a stento sono riuscite a difendersi dal fuoco, dall’agricoltura, dal pascolo e dall’edilizia. La foresta amazzonica è sicuramente l’ecosistema che più di altri ha subito gravi perdite, con specie animali e vegetali a rischio di estinzione e popolazioni indigene vittime di soprusi.

Scopo – Il presente lavoro propone un’analisi sul sempre più dibattuto tema della deforestazione, evidenziando il ruolo dell’essere umano, artefice del disastro da una parte ed attivista dall’altra.

Metodi – Abbiamo operato una ricerca bibliografica per reperire materiale utile ai fini della stesura; consultato siti internet dedicati, documentari e pubblicazioni scientifiche, al fine di comprendere meglio la complessità dell’argomento e l’arco temporale che lo ha caratterizzato.

Risultati – L’abbattimento incontrollato delle foreste ha portato ad un declino della biodiversità, un maggior numero di incendi e la distruzione delle dimore di diverse popolazioni indigene. Perciò ridurre il disboscamento non significa solo posizionarsi su un tema ecologico, ma sui diritti umani. Non esiste un “noi e l’ambiente”, solo un “noi nell’ambiente”, consapevolezza alla quale le popolazioni
indigene sono arrivate da secoli. Osservare cosa succede a livello climatico e forestale è prioritario per ridurre i danni al patrimonio forestale. La gestione delle foreste pertanto deve avvenire con adeguati programmi di protezione, gestione e riforestazione. La FSC collaborando con diverse ONG e vari gruppi ambientalisti è la principale organizzazione che lavora per assicurare la provenienza del legno da foreste e piantagioni gestite e sfruttate in maniera adeguata. Inoltre, la scarsità delle risorse ha reso necessario l’introduzione di un modello economico circolare fondato sul tipico schema “estrarre, produrre, utilizzare e riciclare” al fine di rispondere alla crescente domanda di materie prime.

Conclusioni – I fenomeni avvenuti in questi ultimi anni dovrebbero farci riflettere sull’urgenza di tutelare la biodiversità. Occorre assolutamente cambiare rotta e trovare un equilibrio fra equità sociale, sviluppo economico e protezione degli ecosistemi. Senza animali e piante la vita non sarebbe possibile e, anche se lo fosse, non avrebbe forse senso viverla.

 

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