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Gianni Adamoli, CEO Execus Italia – Linkedin per professionisti

A cura di Francesca MaroccoMaster in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020

Le potenzialità di Linkedin: un approfondimento all’uso della piattaforma con Gianni Adamoli, CEO Execus Italia, partner per la formazione di Linkedin)

Quando si pensa al mondo dei social network calato nella realtà della vita lavorativa, il primo strumento che balza alla mente è Linkedin. Su questo social network professionale ci sono 690 milioni di profili, di cui 13 milioni e 800 mila in Italia. Già solo questi pochi dati basterebbero a fornire un’idea della portata di Linkedin, ma questo social evolve con la dinamicità propria del contesto lavorativo attuale e in una realtà sempre più dinamica, smart e digital Linkedin ha un ritmo di crescita annua per numero di utenti del 15% e risponde ai cambiamenti del contesto con una sensibilità propria. Un esempio? Dal 28 febbraio 2020 ad oggi (giorni in cui le abitudini lavorative e non solo stanno subendo delle modifiche, a seguito degli avvenimenti di cronaca in merito al Covid-19) ci sono state circa 15 milioni di registrazioni.

Della portata di questo social network, della sua importanza nel mondo del lavoro, delle potenzialità che ha per i suoi utenti e di come gestirle al meglio, parla il dottor Gianni Adamoli durante un webinar rivolto agli studenti dei master in Risorse Umane e organizzazione e Marketing Management di ISTUD Business School.

Gianni Adamoli è CEO di Execus Italia, una delle più importanti aziende al mondo leader nella consulenza e nella formazione per il Social Selling e per l’utilizzo di Linkedin e di Sales Navigator come acceleratore del processo di vendita. L’azienda offre servizi di formazione online, consulenza, Digital Sales Strategy e Digital Marketing. Durante l’incontro il dottor Adamoli esplora con gli studenti questi aspetti sottolineando come Linkedin oggi non può essere considerato solo come un deposito di CV on line, rappresentando piuttosto il modo in cui un professionista presenta il suo profilo a una rete di professionisti.

Il dottor Adamoli coinvolge gli studenti in mini sessioni di brain storming, presenta esempi reali di profili attraenti per un head hunter e profili meno curati, accende le discussioni, lascia intervenire gli studenti affinché raccontino le loro esperienze personali e racconta le proprie. Tutto questo per addentarsi al meglio nel mondo Linkedin filosofia del founder di Execus, Jordi Gili, dei “Tre Pilastri”: l’essere presente nel modo giusto per definire il proprio professional personal branding, avere un atteggiamento social/digital corretto, sviluppare un network per creare relazioni professionali di valore nel tempo.

A questo si aggiunge il concetto altrettanto rilevante della trasparenza; su Linkedin non può e non deve esserci differenza tra la vita on line e quella off line, il profilo Linkedin deve riportare l’immagine reale di quello che si è, poiché è in gioco la reputazione professionale di ognuno di noi, quindi il principio della trasparenza guida la scelta dell’immagine del profilo, così come quella della “copertina” (cioè l’immagine immediatamente dietro la foto profilo) e della job title (cioè la descrizione che è possibile inserire appena sotto il nome). Per essere presenti su Linkedin nel modo giusto, è fondamentale prestare attenzione a ogni sezione del profilo, come indica il primo dei “pilastri”, perché ogni sezione costruisce il “personal branding”: dal riquadro delle informazioni – che non deve ridursi a un riassunto discorsivo del CV, ma fornire piuttosto una presentazione interessante del proprio profilo – fino all’ultima delle sezioni dove compaiono gli interessi, cioè i brand e le aziende seguite e che possono comunicare molto di una persona.

Essere presenti nel modo giusto però non basta, se si sceglie di essere su Linkedin è importante farlo avendo il giusto atteggiamento digitale, come suggerisce il secondo dei “pilastri”, su Linkedin bisogna avere un atteggiamento proattivo proprio come, del resto, chiede oggi il mondo del lavoro, e allora diventa importante lasciare una reazione ai post degli altri (con il giusto accorgimento su quale tipo di reazione lasciare tra quelle che la piattaforma mette a disposizione), utilizzare hashtag e tag appropriati, condividere i contenuti sui temi professionali che più interessano, quelli che fanno parte del proprio ambiente lavorativo passato, presente o che vogliamo raggiungere, ricordandosi di praticare, soprattutto in quest’ultimo caso, un ascolto social attivo. Comunicare su Linkedin infatti è importate ed è necessario investirvi del tempo.

Quanto? Basta poco, dieci minuti al giorno, e in questo caso non è come per una pubblicità che vuole vendere un trattamento dell’ultimo minuto per prepararsi alla prova costume: su Linkedin investire il proprio tempo ogni giorno risulta davvero proficuo, l’obiettivo è quello di costruire relazioni forti e durature, il network, cui fa riferimento il terzo dei “pilastri”. Curare la propria rete di collegamenti significa curare il proprio business, e che si opti per la qualità o la quantità dei contatti avere un numero alto di questi significa maggiore visibilità, maggiori possibilità, maggiori opportunità.

Stare su Linkedin equivale ad aver cura della propria professionalità, del proprio business, del proprio brand e investirvi, e quando è in gioco la professionalità, conclude il dottor Adamoli citando il maestro “Joda” di Star Wars, si parla di «fare o non fare, non c’è “provare”».

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