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Le dodici muse: Ipazia di Alessandria

Ipazia di Alessandria: scienziata perseguitata o istigatrice pagana? E’ il titolo della seconda biografia scelta dagli studenti della XVI edizione del Master Scienziati in Azienda

Ipazia (in greco antico Ὑπατία, in latino: Hypatia) nacque ad Alessandria, durante l’Impero romano d’Oriente, nella seconda metà del IV secolo tra il 355 e il 368 d.C.
Ipazia è stata una matematica, astronoma e filosofa greca antica, la quale insegnò e divulgò ai suoi discepoli queste scienze all’interno del Museo di Alessandria “Museum”, al tempo la più importante istituzione culturale esistente. Figlia di “Teone il Geometra”, filosofo d’Alessandria capo del “Museum”, Ipazia fu sia sua allieva che prima collaboratrice del padre; nulla si sa della madre, il che fa presupporre che la sua scomparsa sia avvenuta prematuramente.
Ipazia, studiò fin da giovane presso la biblioteca d’Alessandria, e ben presto fu a capo della Scuola Alessandrina. Donna di enorme cultura, di lei non sono rimasti scritti, probabilmente a causa di uno dei tanti incendi che distrusse la biblioteca. Nonostante l’assenza di sue opere originali, altri filosofi del tempo parlano d’Ipazia come una delle menti più brillanti della sua epoca. Fonti antiche le attribuiscono un commentario ad un’opera di Diofanto di Alessandria, l’Aritmetica, e un commentario alle Coniche di Apollonio di Perga.
A Ipazia è riconosciuta la formulazione di diverse ipotesi sui moti di rivoluzione terrestri, ed è molto probabile che abbia contribuito al superamento della teoria tolemaica, secondo la quale la Terra era al centro dell’universo. Viene cosi ricordata anche come l’ideatrice dell’astrolabio, del planisfero e del densimetro.
Si dedicò inoltre alla filosofia aderendo alla scuola neoplatonica, anche se secondo le fonti storiche lo fece in modo originale ed eclettico. Non si convertì mai al cristianesimo e probabilmente fu una delle cause principali della sua condanna a morte. Un’ulteriore aggravante fu sicuramente il fatto di essere donna e di essere riconosciuta come luminare in campo scientifico e filosofico. In un clima di fanatismo religioso, di ripudio della cultura e della scienza, Ipazia venne trucidata nel marzo del 415, lapidata in una chiesa da una folla di integralisti cristiani. Durante l’Illuminismo, grazie al nuovo fermento culturale il nome d’Ipazia è diventato un simbolo della libertà di pensiero e della scienza. La figura di Ipazia, fino ai giorni nostri è stata quindi celebrata in romanzi, poesie, opere teatrali e quadri.
Nel 2004 le è stato dedicato il Centro Internazionale Donne e Scienza, creato dall’UNESCO a Torino per sostenere lo studio, la ricerca e la formazione delle donne scienziate del Mediterraneo.

Presentazione di Ipazia D’Alessandria

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Maria Giulia Marini

Maria Giulia Marini

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