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Banca Prossima: le ragioni di un successo

Articolo di Fabio Gaetano Chechile, Carlo Colombo, Irene Testa, Master in Risorse Umane e Organizzazione 2014-2015.

Non siamo nati per fare del bene, ma per svolgere il nostro dovere al meglio”.

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Emanuela Maggio non ha timore di presentare così Banca Prossima agli studenti dei Master di ISTUD. Ha negli occhi la convinzione di chi ha sposato un progetto ed è orgogliosa di presentarlo con parole semplici, che possano arrivare al cuore più che al cervello di chi le ascolta.
Banca Prossima è una realtà unica in Italia. Proprio per  questo talora è vista dagli istituti di credito tradizionali con grande scetticismo: una banca che non mette davanti a tutto il profitto dell’azionista è in assoluta distonia con la realtà italiana.

 

Laureata in Bocconi negli anni 90, Emanuela si è definita “appassionata di numeri, pur avendo imparato nel tempo a capirli”. Dopo varie esperienze in diverse realtà, ecco l’approdo in Banca Prossima con una nuova sfida da affrontare: contribuire a creare un’idea di banca che guardasse esclusivamente al Terzo Settore.
Tutte le esperienze lavorative precedenti furono utili per affrontare al meglio il nuovo incarico in Banca Prossima. Un compito da sostenere con entusiasmo fin dall’inizio, pur con tutti i dubbi presenti per l’avvio di un percorso senza simili in Italia.
Non sopporterei di fare un lavoro ripetitivo” – dice agli studenti dei Master ISTUD – “e tutta la mia storia lavorativa lo testimonia”.
Banca Prossima nacque per volontà di Intesa Sanpaolo alla fine del 2007, per cercare di intercettare delle nuove opportunità in un settore fin qui inesplorato a livello italiano.

Emerse con essa un nuovo tipo di modello organizzativo tra gli istituti di credito, ben lontano dalla monotonia tipica dell’ambiente bancario ma con regole ben precise da rispettare.
Siamo entrati con libertà totale in un nuovo settore che nessuno curava, quello dell’economia sociale. Il business possibile era molto: dovevamo creare una banca non etica ma specializzata per quel tipo di settore in cui nessuno aveva mai provato niente” – ha precisato Emanuela.
Anche le prime scelte adottate da Banca Prossima furono innovative. La prima fu quella di assumere in larga maggioranza personale con esperienze legate a volontariato, parrocchie o attività parallele al lavoro a favore della collettività. Decise spontaneamente di avere una cultura simile al cliente, cercando l’unico modo per poterlo capire pienamente. Fino a quel momento le altre banche avevano visto il Terzo Settore più come un problema che come un’opportunità: Banca Prossima ribaltò questo tipo di prospettiva, ponendo al centro il cliente e le sue problematiche. Anche di fronte a realtà poco strutturate, questa nuova banca scelse di entrare in empatia con i suoi clienti.
Nessuno aveva analizzato il settore no-profit prima dell’avvento di Banca Prossima. Con la sua costituzione, arrivò sul mercato un nuovo modo di valutare le controparti, in antitesi con quello proposto dalle banche tradizionali fino a quel momento: bisognava andare oltre i numeri, oltre al bilancio. Radicamento nel territorio, innovazione, capacità di fare rete… ecco i parametri aggiuntivi per valutare le controparti! Fu un ribaltamento totale della prospettiva italiana, un nuovo modo di valutare la clientela.
Prosegue Emanuela Maggio: “Noi siamo low-profit, dobbiamo comunque sostenerci. Questa sostenibilità non deve però diventare la ricerca ossessiva del profitto per l’azionista, dovrebbe coprire costi e fare il margine necessario alla sostenibilità presente e futura. Cerchiamo di non essere esosi con i clienti, non vogliamo essere una banca lontana da loro”.
Banca Prossima si propose quindi fin dalla sua nascita anche di avere un aspetto consulenziale verso le sue controparti, per fornire al meglio ai clienti tutte le informazioni utili per le loro richieste. Rendere responsabile il cliente affinché sia in grado di restituire le somme prestate è compito preciso di tutti coloro che lavorano in Banca Prossima. Si viene a creare quindi valore sociale per il cliente: fare del bene a prezzo equo, ecco la novità introdotta.
La valutazione della clientela, che avviene quindi su nuovi parametri, non è solo una novità per l’Italia, ma anche per tutta Europa.
Si vuole conoscere a fondo il cliente, per affermare di comprenderlo meglio delle altre banche. La conoscenza come condivisione è il baluardo della nuova prospettiva. Molti, fin dall’inizio, definirono visionario questo nuovo approccio. In realtà c’era solo un grande bisogno: capire bene il cliente per creare una nuova consapevolezza dei suoi bisogni, renderlo cosciente delle reali prospettive future in cui la banca potrebbe recitare un ruolo di semplificatore.

Un’altra innovazione fondamentale introdotta da Banca Prossima è stata la possibilità di sostenere tutti quei soggetti privati che si rendono disponibili a prestare soldi alle associazioni no-profit. Attraverso Terzovalore.com questa banca, infatti, si rende garante verso i soggetti privati delle somme prestate, favorendo così la fiducia verso i prestiti alle organizzazioni no-profit. Il vantaggio per i soggetti sta nel decidere liberamente il tasso d’interesse da applicare sulle somme prestate: così, in modo molto semplice ed efficace, l’organizzazione si lega ai suoi donatori e questo rapporto va ben al di là del semplice prestito! Si viene a creare una rete di soggetti, in cui Banca Prossima favorisce solamente quei legami che rappresentano la base dell’associazionismo tipico italiano.
La banca rinuncia a parte del profitto in modo consapevole: è dare un volano affinché i soldi non dati ad un’associazione siano dati da qualcun altro, con relativo aumento del circolo di valore sociale.

Gli utili di Banca Prossima finiscono per metà in una riserva patrimoniale che sta a copertura dei clienti cui nessuno concederebbe affidamenti. Se il progetto sociale vale ma è in difficoltà, viene usato quel fondo a copertura. Considerando che sono state perse negli anni percentuali irrisorie su un Fondo per lo Sviluppo e l’Impresa Sociale di 24 milioni, si può affermare con certezza che il lavoro è stato efficace e preciso.
Abbiamo dimostrato che il nostro modello di analisi è diverso da quello basato sul rating profit. Noi prendiamo in considerazione aspetti tangibili e intangibili, che prima di noi non erano stati mai osservati. Abbiamo cercato di convincere la capogruppo Intesa SanPaolo della bontà del nostro modello. Il prossimo obiettivo nel medio periodo sarà quello di chiedere all’Organismo di Vigilanza proponendo loro un nuovo modello di rating, che non si basi più sui rigidi parametri che finora sono stati gli unici presi in considerazione. Quello che abbiamo fatto in questi anni non è stato imprudente ma corretto” – sostiene la dr.ssa Maggio.
Banca Prossima deve molto a Intesa Sanpaolo: senza un gruppo solido alle spalle non sarebbe mai potuta nascere. Tuttavia, oggi si può affermare che è stata in grado di creare un nuovo modello di banca, rivoluzionario rispetto a prima e studiato perché in grado di produrre utili tagliando ogni ponte con il passato. “Non abbiamo mai perso denaro in questi anni, perciò il modello incuriosisce la capogruppo” – ha affermato Emanuela.

Non è più il cliente ad andare a cercare la banca, ma il contrario. Anche in questo Banca Prossima ha cambiato il modo di intendere l’approccio verso le sue controparti. Non è un caso che oggi la stessa Intesa Sanpaolo abbia preso in considerazione quest’idea, ponendo la vicinanza al cliente sempre più al centro del suo modello di business.

Banca Prossima ha rivoluzionato il concetto di banca, quello di prestito, quello di cliente, quello di sviluppo e coscienza sociale. Un cammino con radici nel passato ma che guarda fortemente al futuro. Un futuro in cui la sostenibilità non sia solo finanziaria, ma sociale, in cui la realizzazione personale e i valori etici abbiano l’importanza che meritano.

Emanuela Maggio ha regalato agli studenti dei Master ISTUD una testimonianza piena di passione, quella che proviene da chi ama il proprio lavoro e vuole far conoscere alle nuove generazioni i valori di una banca molto diversa dalle altre. Una banca fatta soprattutto da persone capaci di creare valore sociale e sogni concreti per il futuro.

 

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Carlo Colombo

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