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Il Diavolo veste Prada ma non lavora nell’HR: la ISTUD Story di Marco Levanti

Abbiamo intervistato Marco Levanti, ex studente del Master in Risorse Umane e Organizzazione di ISTUD, che dopo un’esperienza in Fendi, ora lavora nell’HR di Valentino.

Diavolo Veste PradaMarco, hai lavorato in due aziende del settore moda. Toglici subito una curiosità… è davvero un mondo alla “Il Diavolo veste Prada”?
Come rispondo a tutti quelli che me lo chiedono: no. Fare l’hr nella moda è molto simile a farlo in qualsiasi altro posto, certo ci sono delle sfaccettature creative che ti rendono allegra la giornata e probabilmente anche scene simili a quelle del film tra i creativi, ma in entrambe le aziende della moda in cui ho lavorato le funzioni creative sono fisicamente separate da quelle di staff, per questo non so se le scene stile “il Diavolo veste Prada” che ho sentito sono vere o sono “leggende” provenienti dall’altra sede.

Cosa ricordi del tuo primo giorno in azienda?
Il mio primo giorno in azienda è stato molto particolare: il mio stage non era ancora iniziato e il Master era ancora in corso, ma il mio capo in Fendi decise di invitarmi in sede a Roma per farmi conoscere un po’ di colleghi e la cittè e per darmi del materiale da studiare in vista dello stage. Ricordo ancora oggi la giornata primaverile e il tour per i bellissimi scorci di Roma Nord che rubavano spazio alla giornata lavorativa dei miei colleghi. Ero molto emozionato ma anche eccessivamente timido.

Marco Levanti Master Risorse Umane ISTUDLa più grande soddisfazione nella tua carriera lavorativa?
Dopo soli 3 anni si potrebbe pensare che la più grande soddisfazione é il passaggio a tempo indeterminato, invece secondo me nulla è più importante delle esperienze vissute o dei momenti di puro apprendimento. La mia soddisfazione più grande é stata quando il mio capo ha deciso ad agosto di mandarmi presso le nostre sedi estere per spiegare lo strumento excel per il calcolo del costo del lavoro da me creato: viaggiare da solo ad Hong Kong, Tokyo e New York è stato davvero emozionante, ed è stato impagabile vedere che il mio lavoro e le mie spiegazioni sono state apprezzate e hanno fatto risparmiare prezioso tempo ai colleghi.
Come spesso capita, qualcosa di molto semplice, come può esserlo un file excel, si può trasformare in qualcosa di straordinario.

Il momento più difficile?
Il momento più difficile è senz’altro legato alla decisione di cambiare azienda. Ero sicuro di far la scelta giusta, e dopo un anno posso confermarlo, ma il pensiero di lasciare i colleghi che mi avevano accompagnato ogni giorno per due anni non mi ha fatto dormire la notte. Anche il dover lasciare Roma, una città che ho amato, per andare a Milano (che per noi del sud rappresenta lo stereotipo del clima avverso e del grigiore) ha reso il momento difficile.

Il ricordo più bello del Master in Risorse Umane?
Sinceramente ricordo il master come un unico momento bellissimo durato 6 mesi: le emozioni vissute e le forti relazioni che si creano sono il bello del Master e se aggiungiamo il fatto che molti dei colleghi sono ormai dei cari amici il gioco è fatto. Se invece penso ad un momento specifico senz’altro mi viene in mente la presentazione del nostro gruppo nelle marche presso la sede di Elica. Dopo aver lavorato alacremente giorno e notte con la solita coesione che ci contraddistingueva siamo entrati per la prima volta in azienda per presentare il nostro lavoro davanti a tutto il reparto hr.

Il momento più difficile del Master?
Purtroppo ho già usato “l’addio” per il momento più difficile in azienda, se devo pensare al momento più difficile durante il Master penso al primo mese: ti trovi spiazzato in una situazione e in un contesto nuovo, la formula full time assale la tua tranquillità, inizi a conoscere quelli che saranno i tuoi ritmi futuri, i lavori di gruppo sono tanti e richiedono concentrazione massima, la partecipazione attiva è un tuo dovere (in azienda la passività viene spazzata via). Poi inizi a sincronizzarti sui ritmi giusti e superato il momento critico la strada è tutta in discesa o quasi….

Una competenza trasferita dal Master al lavoro?
Direi che la principale competenza trasferita dal master al lavoro è di tipo relazionale (dopo un po’ di anni in azienda ti accorgi anche che è la più importante). Il master in tutto il suo pragmatismo mi ha dato quella forma mentis che purtroppo non ti da l’università italiana. Grazie al Master capisci come entrare in azienda e come dovrai relazionarti e comportarti, non basta più sedersi a un computer ma devi provare a ottimizzare i processi, a inventarti qualcosa. Capisci che l’unione fa la forza e l’importanza di avere un network (ma solo alla fine del percorso ti rendi conto che il tuo primo vero network è formato dalla tua compagna di banco che ora lavora in Valentino e dagli altri colleghi di Master che lavorano in aziende come Ferragamo, Unilever, Fiat, Costa Crociere…)

 

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Tania Ponta

Tania Ponta

Trentenne (e poco più), mi occupo a giorni alterni (e a volte in base all'umore) di grafica, web marketing e social per ISTUD.

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