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Esercizi di Storytelling al Master Scienziati in Azienda: Viagra

Con il termine Serendipità si indica “la fortuna di fare felici scoperte per puro caso e, anche, il trovare una cosa non cercata e imprevista mentre se ne stava cercando un’altra” (fonte Wikipedia). E’ stato chiesto ai partecipanti della XVII edizione del Master Scienziati in Azienda di realizzare un video su una scoperta casuale.

Il gruppo composto da Manar Aoun, Fabrizio Benedetto, Pina CapassoValeria Di NardoLeonardo Gallasio ha lavorato sull’inaspettata scoperta del Viagra

La vita per quanto possa essere organizzata e programmata troverà sempre il modo di spiazzarti e stupirti, spesso in modi che tu non pensavi nemmeno possibili. Questi sono quei momenti in cui grandi uomini sanno sfruttare l’occasione e vedere al di là degli apparenti insuccessi per poi rivoluzionare tutto con un qualcosa    di inaspettato.

La scoperta dell’utilità del Viagra per la disfunzione erettile (DE) è stata un “incidente” fortuito, da parte caso della compagnia farmaceutica Pfizer. Nel 1989 fu creata dagli inventori Peter Dunn ed Albert Wood, una molecola che si è rivelata una scoperta rivoluzionaria nel settore farmaceutico. Gli inventori di questa molecola, la denominarono UK-92480, ed era un vasodilatatore, in grado di agire bloccando l’attività di un enzima, la fosfodiesterasi 5 (PDE5) (Boolell M et al 1996). Teoricamente perciò poteva essere utile per dilatare i vasi sanguigni, come appunto nel caso di angina pectoris e ipertensione. Brevettato nel 1991 per questo scopo, il naturale percorso del composto, noto anche come citrato di sildenafil, fu quindi quello di finire nei trial clinici allestiti per testarne i reali benefici e il profilo di sicurezza nelle malattie cardiovascolari (Patent US5250534).
Gli esperimenti clinici originali ne stavano studiando l’uso come farmaco cardiovascolare, al fine di espandere i vasi sanguigni e trattare quindi l’angina pectoris, un disturbo cardiaco che costringe i vasi diretti al cuore, sotto il controllo del ricercatore Ian Osterloch presso Pfizer, nella città di Sandwich in Inghilterra. Conosciuto come vasodilatatore, il farmaco poteva potenzialmente dilatare i vasi sanguigni del soggetto, o così speravano gli scienziati. I risultati degli studi però non furono così entusiasmanti e non diedero gli effetti sperati. La delusione per la mancata efficacia terapeutica fu però ben presto spazzata via da una scoperta del tutto casuale, che suggerì un altro possibile impiego del composto.
Alcuni dei partecipanti alle sperimentazioni, infatti, riportavano un effetto collaterale singolare: un aumento nel numero di erezioni del pene. L’erezione era solo un effetto collaterale del farmaco inizialmente studiato per l’angina pectoris e l’ipertensione. Come effetto collaterale era fin troppo importante per essere sottovalutato. Tuttavia – come avrebbe ricordato poi Ian Osterloh – inizialmente quella caratteristica venne sottovalutata e messa in secondo piano soprattutto per le modalità con le quali si manifestava. L’erezione, infatti, avveniva alcuni giorni dopo l’assunzione del composto, un lasso di tempo troppo lungo per immaginare di usare UK-92480 come farmaco contro le disfunzione erettile (DE). Scrive Osterloh nel suo lavoro del 2007, “Come ho scoperto il Viagra”: “Nessuno di noi alla Pfizer pensò molto a questo effetto all’epoca. Mi ricordo di aver pensato che, anche se avesse funzionato, chi avrebbe voluto prendere un farmaco di mercoledì per avere un’erezione di sabato? Perciò siamo andati avanti con gli studi sull’angina”.
A candidarlo come tale sarebbe stata la combinazione di più fattori: ulteriori risultati scoraggianti per il trattamento delle malattie cardiovascolari e la comparsa, sempre più frequente, del particolare effetto secondario in grado di ripristinare la corretta erezione anche nei soggetti colpiti da impotenza. A fare la fortuna del sildenafil fu poi anche lo studio, sempre più approfondito, della fisiologia dell’erezione, che avviene in seguito al rilassamento della muscolatura liscia delle arterie nel pene, con conseguente aumento del flusso sanguigno, un meccanismo mediato dall’ossido nitrico. Gli scienziati suggerivano che la disfunzione erettile (DE) potesse quindi avere cause biologiche e non fosse solo il risultato di problemi psicologici, come si era creduto fino a quel momento. Infatti, gli scienziati scoprirono che la DE è causata dall’incapacità del sangue di fluire abbastanza velocemente verso il pene a causa di vasi sanguigni costretti. Adesso quel problema dei vasi sanguigni costretti assomigliava in modo assurdo alla situazione che avevano in primo luogo tentato di trattare: l’angina. Quelle conoscenze sulle cause della DE, affiancate da ulteriori test clinici, segnalarono tuttavia un effetto collaterale inatteso, l’erezione del pene e ciò ha fatto riflettere parecchio la Pfizer. Ciò ha portato ad approfondire un possibile impiego del farmaco nel trattamento dell’impotenza.

Nel 1993, l’idea del farmaco per il trattamento dell’angina pectoris venne accantonata, e cominciarono gli studi per analizzare quanto potesse essere efficace come trattamento per la DE. La teoria era che il farmaco avrebbe permesso il rilassamento della muscolatura liscia del pene, cosa che avrebbe evitato la costrizione dei muscoli sanguigni permettendo ai tessuti di riempirsi di sangue: voilà! Un’erezione.

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Leonardo Gallasio

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