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Le dodici muse: Trotula de Ruggiero, la donna che curava le donne

Trotula de Ruggiero: biologa, medico, ostetrica, fitoterapeuta e cosmetologa. La terza musa scelta dagli studenti della XVI edizione del Master Scienziati in Azienda

Nella vita di Trotula de Ruggiero si fondono storia e leggenda, tanto che risulta difficile tracciarne un quadro biografico preciso. I dettagli della sua vita sono infatti poco conosciuti: nacque a Salerno intorno al 1050, dalla nobile famiglia dei De Ruggiero e per questo ebbe la possibilità di studiare medicina. Trotula fu il simbolo femminile della Scuola Medica Salernitana, prima istituzione per l’insegnamento della medicina in Occidente e primo Centro di Cultura non controllato dalla Chiesa. La sua fondazione venne attribuita all’incontro tra un latino di nome Salernus, un greco di nome Pontus, un arabo di nome Adela ed un ebreo di nome Helinus. Una leggenda, forse, che rispecchia la grande apertura che la Scuola, sorta in ambiente culturale latino, ha avuto verso le conoscenze provenienti da altri popoli. Tale modernità è dimostrata anche dal fatto che, in questa scuola, le donne potessero studiare, praticare e insegnare la professione di medico, cosa insolita nel periodo medioevale. A quel tempo infatti il livello di alfabetismo e scolarizzazione era piuttosto basso e l’educazione femminile era quasi totalmente trascurata. Le donne, votate alla procreazione ed alle cure casalinghe, dovevano sperare di avere genitori illuminati che coltivassero il loro ingegno. Tuttavia, anche chi aveva il privilegio di studiare non aveva il diritto di applicare le conoscenze acquisite.

Per comprendere al meglio il ruolo innovativo di Trotula in campo medico è necessaria una digressione sul concetto di medicina nel Medioevo. Essa era concepita come un calderone formato da astrologia, filosofia, magia e pratica empirica. Una caratteristica del periodo era la varietà di guaritori cui potersi rivolgere. Le figure professionali più rilevanti erano i medici d’elite o “physicus” ed i medici di campagna. Chi non poteva ricorrere alle cure di un medico, si rivolgeva alle donne d’erbe, che preparavano misture e pozioni farmaceutiche. Tali “guaritrici del popolo”, in quanto detentrici di una conoscenza non teorica ma basata sulla pratica quotidiana, venivano percepite dai medici come una minaccia.

La soppressione delle guaritrici e la lotta per il monopolio maschile della scienza medica sfociò nella famigerata caccia alle streghe. Tale fenomeno nacque all’incirca alla fine del XV secolo e perdurò fino all’inizio del XVIII secolo all’interno dell’occidente cristiano. La strega è una figura senza tempo che si può far risalire, se non alla preistoria, certamente alla protostoria. Basti ricordare alcune famose streghe che la cultura e la letteratura antica ci hanno tramandato quali Medea, Circe, Canidia, Panfila, Ecate, Diana. La “caccia alle streghe” si concentrò soprattutto tra la fine del Quattrocento e la prima metà del Seicento. Le presunte streghe appartenevano perlopiù alle classi sociali inferiori ed erano di solito vedove, levatrici ed herbarie. Nel 1484 fu promulgata da Innocenzo VIII la bolla Pontificia Summis desiderantes affectibus, utilizzata poi come prefazione del Malleus Maleficarum, una sorta di manuale per stabilire i criteri utili a riconoscere e punire le streghe. Esso fu riprodotto in ben trentaquattro edizioni con una tiratura stimata di oltre trentacinquemila copie che lo poneva al secondo posto per diffusione dopo la Bibbia.

In questo contesto Trotula era diventata il punto di riferimento per le donne, che rivelavano più volentieri a lei ogni segreto piuttosto che ad una figura maschile. Le sono stati attribuiti due trattati: De Passionibus Mulierum Curandarum o Trotula Maior e De Ornatu Mulierum o Trotula Minor.

Il Trotula Maior è un manuale in cui vengono sviscerate varie tematiche di origine medica con particolare attenzione alla parte di ginecologia ed ostetricia. Al suo interno il concetto di salute è inteso come equilibrio tra corpo, psiche e relazione con gli altri. É il primo trattato di ginecologia attribuibile ad una donna, in cui i rimedi e le prescrizioni riguardano le malattie e condizioni prettamente femminili come il ciclo mestruale, la gravidanza, il parto e relativi rischi e complicanze, i disturbi fisiologici, le malattie a carico dell’utero. Contiene inoltre consigli e suggerimenti per malesseri degli uomini, quali il vomito, le malattie cutanee e i morsi di serpente. Per la prima volta un medico parla esplicitamente di argomenti sessuali con riferimenti a vari esempi pratici oltre all’elaborazione teorica delle esperienze.

Il Trotula Minor tratta di trucco e igiene nell’ambito della cosmetica medievale. Contrariamente al contesto storico, la cosmetica non risulta un aspetto frivolo: la bellezza per Trotula doveva essere intesa come espressione di un corpo sano e in armonia con l’universo.

Trotula è una figura emblematica di donna coraggiosa e determinata: una pioniera dei suoi tempi.

Presentazione di Trotula de Ruggiero

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Maria Giulia Marini

Maria Giulia Marini

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