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Loccioni: la sartoria tecnologica italiana a servizio del mondo

Articolo a cura di Maria Lucia Burriesci – Master in Marketing Management e Alberto Barbella – Master in Risorse Umane e Organizzazione

Quest’anno la fondazione ISTUD ha scelto come tappa dello Study Tour 2016, dedicato agli studenti dei Master1909326_10153300912806786_4685040919817300284_o in Risorse Umane e Marketing Management, una tra le eccellenze del Made in Italy più importanti al mondo: il gruppo Loccioni.

La Loccioni, con sede ad  in provincia di Ancona, è un’impresa familiare fondata nel 1968 dalla volontà di Enrico Loccioni e ad oggi vanta un fatturato annuo pari a 80 milioni di euro.

La volontà del fondatore, legato al suo territorio d’origine, segue un modello di sviluppo legato ad uno stile imprenditoriale che possa far crescere la propria impresa attraverso la sinergia tra lavoro e conoscenza, tradizione ed innovazione.

Il core business dell’azienda si fonda su delle macro aree il cui obiettivo è quello di dare soluzioni ingegneristiche innovative nei più diversi ambiti applicativi: energy, environment, industry, human care, mobility e aerospace all’interno delle quali vengono sviluppati annualmente circa 12 progetti.

Nonostante l’apparente diversità dei settori ciò che accomuna le diverse aree di business è la capacità di insistere sulle leve della creatività e dell’innovazione attraverso la sostenibilità ambientale e sociale, con particolare attenzione alle dinamiche “mondo” senza però distaccarsi dal proprio territorio di origine, le Marche.

Da sempre il Gruppo Loccioni, fedele a tale visione, è alla ricerca di professionisti, istituzioni e imprese d’eccellenza che, oltre ai giovani del territorio possa  far decollare definitivamente il modello locale su scala globale.

Enrico Loccioni, da sempre interprete di quei tratti di italianità ammirati nel mondo, ha costruito, e continua a costruire, le fondamenta del proprio divenire sui giovani più promettenti; infatti, già dal 1980 esistono progetti all’interno dei quali vengono coinvolti all’interno della struttura giovani studenti degli istituti tecnici superiori che hanno la possibilità di crescere e conoscere il gruppo, con il suo know how, attraverso la partecipazione a workshop e contest.

La costante ricerca di ragazzi e ragazze curiosi e dinamici ha portato all’attivazione di progetti anche universitari, volti alla condivisione di conoscenza e pensiero innovativo, costruzione di modelli e progetti.

Tale processo di affiancamento ha dato vita a uno dei motti cardine della Loccioni: “It’s a job place for all ages”.

Così anche per noi, “studenti” nella difficile scuola dei mestieri, c’è stata la possibilità di confrontarci con i professionisti del gruppo focalizzandoci sul tema del “Digital Recruitment”; è importante qui sottolineare come sia distintivo un modello di business tanto innovativo quanto attento al territorio d’origine che non ha rinuncia all’internazionalizzazione contando all’attivo di altre tre sedi estere: in America, Germania e Cina.

Accolti inizialmente all’interno del padiglione Summa dal Dott. Pieralisi e dalla Dott.ssa Straccia abbiamo avuto modo di conoscere la storia del Gruppo e visitarne la struttura aziendale che oggi conta circa 400 dipendenti.

Il Dott. Fabrizio Pieralisi, cha fatto il suo ingresso in Loccioni nel 2007 come hr generalist, dopo un percorso trasversale che lo ha condotto ad interfacciarsi con le diverse anime del gruppo, oggi è hr business partner nella sede italiana e recruiter di tecnici specializzati presso la sede americana.

La Dott.ssa Giulia Straccia, Team People Organization, occupa invece la complessa posizione di chi seleziona e allo stesso tempo formula sistemi di alternanza scuola lavoro all’interno degli istituti tecnici oltre ad occuparsi employer branding.

Dalla sala Summa dove siamo stati inizialmente accolti ci siamo spostati alla zona Industry e al Leaf Lab. Già dai primi passi, cogliendo nei lay out degli spazi una prima fondamentale immagine del “mondo Loccioni”, veniamo investiti dall’atmosfera fibrillante e gravida di una vera fabbrica di futuro. La filosofia che guida Enrico Loccioni nel suo percorso,  e che sta alla base della corporation, oltre ad investire sulla sharing knowledge si amplia andando ad abbracciare il potenziale creativo e di competenze di cui ogni singolo collaboratore è portatore.

2km-di-futuro-Loccioni-wow-webmagazineIn questi larghi spazi, divisi dal fiume che esondando sconvolse la quotidianità del lavoro in Loccioni, si aprono sprazzi di futuro, immagini di un laboratorio fatto di visioni e sfide.

Veniamo accolti nell’ambiente dove avviene una prima fase del processo di studio e produzione all’interno del gruppo e in cui, attraverso il continuo contatto con il cliente, vengono realizzati dei prototipi urgenti o componenti speciali. Nella specificità dell’area automotive, che collabora con grandi clienti come Bosch e Continental, i quali richiedono a Loccioni macchinari per la misurazione e il controllo di qualità di elementi meccanici o di alcuni processi, risiede una delle anime più importanti del gruppo e qui vengono realizzati alcuni dei progetti che impatteranno profondamente sulle componenti di più largo consumo . Un esempio è il test che viene effettuato per prevedere la durabilità di iniettori a benzina e freni per le auto.

Un processo di questo tipo richiede lavoro di squadra e grande attenzione verso la ricerca, lo sviluppo ed il particolare.

Il secondo spazio visitato è il Leaf Lab, realizzato in soli due anni e rispondente ai requisiti di efficienza energetica previsti dal protocollo “Piano 20 20”, totem di un’azienda votata al futuro e simbolo di una progettualità tutt’altro che diffusa.

All’interno di questo spazio che integra parte progettuale e tecnica troviamo ingegneri, periti e sviluppatori, che lavorando a stretto contatto, portano con successo a termine alcune delle fasi più delicate nei processi di progettazione.

In ultimo veniamo accolti nel Kite lab, centro tecnico dedicato alla R&D, fulcro della struttura ed in grado di rispondere all’appello delle sfide più decisive nella progettazione del prossimo futuro.

Si tratta di un’area molto importante in cui gioca un ruolo cruciale la capacità di sapersi innovare e adattare ai cambiamenti del sistema; particolare attenzione in tal senso va data al ruolo di Francesco De Stefano, People Organization, laureato in filosofia e che attraverso il progetto universitario Eureka ha integrato un pensiero di tipo filosofico al mondo ingegneristico.

De Stefano afferma che: “ Sta cambiando il lavoro, dobbiamo imparare a riconoscere il valore del lavoro intangibile. Non esiste conoscenza senza persone, non esiste futuro senza conoscenza. All’interno delle aziende bisogna attivare processi di esplicitazione della conoscenza al fine di creare una vera e propria impresa della conoscenza. Per fare ciò è necessario puntare su alcuni valori, come la trasparenza (già evidente nel layout aziendale), la comunicazione, il territorio ma anche l’affiancamento e la crescita delle giovani generazioni attraverso percorsi che intervengano già in età scolare.

Giulia Straccia, Team People Organization, che si occupa di selezione, alternanza scuola lavoro all’interno degli istituti tecnici oltre che recruiting ed employer branding, si è occupata di guidarci all’interno dell’azienda spiegandoci i meccanismi di trasferimento del brand dell’identity lab all’esterno.

La complessa macchina del reclutamento e dell’employer branding, fatta di ingranaggi complessi, ci viene rivelata attraverso la semplicità delle persone che la guidano, e che basano il proprio mestieri non in funzione dei social o dei sistemi gestionali bensì mettendosi a servizio delle persone. L’engagement, così come le altre leve funzionali al business, non potrebbero giungere ai propri interlocutori se non attraverso la presenza costante di figure capaci e ambasciatrici di un mondo diverso, conciliante e attento.

Qui ognuno risponde del proprio agire, in un flusso continuo di impegno e responsabilità senza il quale il sogno di Enrico Loccioni cadrebbe sotto il peso di un futuro spesso indecifrabile e gravido di insidie.

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Maria Lucia Burriesci

Maria Lucia Burriesci

Partecipante Master in Marketing Management 2015-2016

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