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Globalizzazione e contaminazione tra gli stili alimentari

A cura di: Francesca CiucciMaria Eugenia D’OrazioMarco PizzutoPaola Ricco GalluzzoStefano Zago – Master in Food & Beverage Management 2019-2020

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L’obiettivo del nostro lavoro è stato quello di determinare le relazioni che oggi intercorrono tra globalizzazione e contaminazione tra gli stili alimentari.

La metodologia che ha portato alla stesura di tale report ha implicato, nella prima fase del lavoro, una ricerca del fenomeno analizzato sotto diverse sfaccettature. Dopo una scrematura dei concetti elaborati, si è passati alla stesura di questo report, confermata e seguita progressivamente da alcuni dati ricavati da indagini di mercato condotte da Faostat, diverse piattaforme Nielsen, Comtrade database import-export, Nazioni Unite ONU, Unctad, ISTAT, EURISPES, per citarne alcune.

Quanto veloce stanno cambiando gli stili alimentari? In che direzione stanno andando? Omogenea o pluridirezionale?
Cambiamento, ricerca del nuovo, comunicazione rapida, viaggi, curiosità, emigrazioni sono aspetti che ci hanno fatto divenire sempre più cittadini del mondo e non più solo del nostro Paese.
Gli stili di vita si sono incrociati, confrontati, miscelati e confusi tra loro perdendo identità e singolarità.
Questa è l’era della Globalizzazione che ha intaccato e contaminato ogni singolo aspetto della nostra vita quotidiana influenzando anche le nostre abitudini alimentari. Il cibo è sempre più ”Glocal”, risultato di lunghe storie e tradizioni che si sommano e si sottraggono facendo scaturire risultati nuovi. Non raccontano più la storia di un individuo o una popolazione ma quella del mondo. L’integrazione fa da collante a tutto ciò.
Attraverso questo lavoro vogliamo quindi analizzare le varie tappe che hanno segnato l’affermarsi della nuova era “globalizzata”, osservando i cambiamenti negli stili alimentari e nel modo di mangiare.

Dopo aver fatto un excursus storico e una descrizione dei tre macrostili alimentari mondiali (orientale, mediterraneo, western diet) nel primo capitolo, approfondiremo nel secondo il crescere delle contaminazioni alimentari e gli effetti sociali che ne sono derivati. Vedremo come i Paesi diventano sempre più interdipendenti a livello di prodotto e non solo, come l’integrazione sociale porti delle nuove realtà a tavola. A proposito del suddetto concetto, nel capitolo terzo analizzeremo due casi di ristorazione nostrana che hanno abbracciato questa tematica, facendola diventare un vero e proprio modus vivendi per quanto riguarda la realtà di “Molti Volti”, mentre, racchiudendo il significato dell’adattamento di un popolo in un paese estero per quanto concerne la catena ristorativa nippo-brasiliana “Temakinho”.
Sempre nel capitolo terzo faremo un focus su ciò che è avvenuto in Italia, analizzando i cambiamenti delle abitudini alimentari degli italiani sia nel contesto domestico che extra-domestico, tendente sempre più al consumo di piatti etnici e come ristoranti e distributori, adeguandosi ai trends, cercano di rispondere ai bisogni degli italiani globalizzati.

Nelle conclusioni, dopo aver analizzato i consumi alimentari, si è evidenziato come le tendenze guidino le nostre scelte d’acquisto e come queste riconducono ad un consumatore sempre più curioso, dinamico e particolarmente aperto al cambiamento. In particolare, si evidenzia un sempre maggiore interesse verso i cibi ethnic, healthy, light, vegan, sustainable, local. Questi trends guidano ad oggi il comportamento del consumatore, ma per quanto tempo rimarranno gli stessi? Come si evolveranno? Quali saranno quelli del domani? Il consumatore ormai deve essere monitorato costantemente affinché le sue necessità possano venire soddisfatte al meglio. Possiamo quindi dire che il processo di globalizzazione, prepotentemente emerso nel ventesimo secolo, ha portato ad una relazione sempre più accentuata di interdipendenza tra i paesi sviluppati o in via di sviluppo del pianeta in cui la trasformazione dei vari stili alimentari avviene in maniera sempre più veloce.
Mangiare non significa più soltanto nutrirsi, ma amplia il significato verso concetti non tangibili. Nel cibo troviamo lo strumento di soddisfazione dei nostri bisogni secondari, l’identificazione di noi stessi e delle nostre credenze. E quindi, essendo questi aspetti per definizione parti mutevoli di noi stessi, mutevole, nuova e innovativa sarà la richiesta di un piatto.
Ma ciò che oggi consideriamo tale, potrà un domani essere definito “tradizionale”, radicandosi nella cultura di chi in maniera probabilmente inconscia adotterà la modifica definitivamente?

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Francesca Ciucci

Francesca Ciucci

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