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Il vaccino: da salvavita a demone – Project Work Master Scienziati in Azienda ISTUD

Project Work a cura di Chiara Ceccopieri, Ornella De Luca, Valeria Di Nardo, Alessia Marra Campanale, Barbara Maria Rosaria PaganoMaria Soprano – Scienziati in Azienda 2016-2017

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Dalla loro scoperta nel 1796 le vaccinazioni fanno parte di quella strategia di prevenzione che, rivolgendosi a tutti o in alcuni casi a specifici soggetti a rischio, mira a proteggere la collettività da malattie infettive gravi e potenzialmente mortali. Negli ultimi decenni si è assistito ad un miglioramento delle condizioni di salute nei Paesi economicamente più avanzati, attribuibile ad una maggiore attenzione agli stili di vita ed ai progressi nella medicina che hanno aumentato l’aspettativa di vita media e mutato i bisogni di salute delle persone. Nonostante tutto però la percezione del pubblico riguardo la vaccinazione, oggetto del presente lavoro, è un problema di salute globale sempre più importante.

Malgrado il successo complessivo dei programmi di vaccinazione, lo stato dell’arte dimostra che la fiducia della gente nei confronti dei vaccini è in diminuzione. Anche coloro che accettano di essere vaccinati o di vaccinare i propri figli riferiscono talvolta seri dubbi e preoccupazioni in merito alla sicurezza. Il Gruppo Consultivo Strategico di Esperti di Immunizzazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha chiesto un migliore monitoraggio della percezione del vaccino nella popolazione puntando sulla comunicazione e sull’informazione, con l’obiettivo di evitare crisi di fiducia e prevenire eventuali conseguenze dannose per la salute pubblica. L’immunizzazione evita una stima di 2-3 milioni di morti ogni anno per difterite, tetano, pertosse (tosse convulsa) e morbillo; tuttavia, un ulteriore 1,5 milioni di decessi potrebbero essere evitati se la copertura vaccinale globale migliorasse. Nuovi vaccini salvavita sono stati sviluppati per la meningite da meningococco, malattie diarroiche da rotavirus, l’influenza aviaria causata dal virus H5N1, la malattia pneumococcica e il cancro del collo dell’utero causate da HPV e nel 2016 un nuovo piano di vaccinazione pilota contro la malaria.

Questo lavoro vuole essere un’analisi della attuale percezione del vaccino nella popolazione italiana, della consapevolezza e dell’informazione sul reale rapporto rischio-beneficio. A tal fine abbiamo sviluppato un questionario i cui risultati sono stati integrati con i dati provenienti dalla letteratura scientifica e con le opinioni raccolte dal web. Sono emerse così le motivazioni che hanno portato, di anno in anno, a sminuire l’importanza dell’immunizzazione attiva come concreto strumento di prevenzione sanitaria dalle patologie infettive. Tra esse si evidenziano la mancanza di percezione della malattia, la paura degli effetti collaterali, la disinformazione, fattori socio-culturali, la sfiducia verso il Sistema Sanitario Nazionale, le aziende farmaceutiche e la libertà di scelta. Le implicazioni sul singolo e sulla comunità sono molteplici.

La vaccinazione tutela la salute della collettività attraverso la protezione indiretta degli individui suscettibili, contribuisce alla sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale, prevenendo la malattia e riducendo la spesa sanitaria, ed evita la diffusione di malattie infettive legate ai flussi migratori. La conseguenza del calo della vaccinazione degli ultimi anni è diventata tangibile e i recenti fatti di cronaca ne sono una dimostrazione: malattie che si ritenevano ormai debellate sono riapparse. Una soluzione al problema è una priorità assoluta sia per il benessere singolo sia per la salute della collettività.

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Maria Soprano

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