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Project Work: Salute e Sicurezza sul Lavoro

foto-pw_sicurezzaProject Work a cura di Alberto Crespi (Master in Marketing Management), Giorgia Magagna e Martina Podetti (Master in Risorse Umane e Organizzazione)

Questo lavoro ha l’obiettivo di approfondire la tematica della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, che ricopre un ruolo fondamentale nella vita organizzativa delle aziende in quanto ne coinvolge diverse dimensioni, da quella legata alla conformazione dell’ambiente, a quella costituita dalle persone e dal management fino al rapporto dell’azienda con le altre imprese e con il tessuto sociale in cui è inserita.

La sicurezza è una questione trasversale alle varie funzioni organizzative e con cui, quindi, inevitabilmente le risorse umane devono confrontarsi proprio in quanto l’evoluzione normativa e i vari i filoni di studio hanno messo in evidenza come il lavoratore sia soggetto attivo e responsabile per la propria e altrui sicurezza e come quest’ultima possa creare dei benefici anche a livello di produttività e competitività.

Ogni giorno vengono denunciati all’INAIL circa 2.500 infortuni superiori a 3 giorni ed in media 3-4 infortuni mortali che si traducono in circa 16,5 milioni di giornate lavorative perse in un anno con conseguente costo sociale annuo per infortunio e malattia professionale pari a circa 28,4 miliardi di Euro, pari al 3,2% del nostro PIL. L’Agenzia Europea stima il costo per infortuni e malattie professionali tra il 2,6% – 3,8% del PIL dell’UE.

Questi dati ci danno la dimensione di una tematica che non può più essere ignorata o trascurata nonostante a prima vista rappresenti una voce rilevante dei costi di gestione. Investire sulla sicurezza contribuisce al miglioramento del rendimento dell’impresa in quanto, ad esempio, si è appreso come i lavoratori in salute producono di più e meglio; se diminuiscono gli infortuni e le malattie legati al lavoro, diminuiscono le assenze per malattia, facendo così diminuire i costi e riducendo i disagi a carico dei processi produttivi; se le attrezzature e l’ambiente di lavoro sono ottimali rispetto alle esigenze del processo di lavoro e se la manutenzione è corretta, la produttività aumenta, la qualità migliora e i rischi per la salute e per la sicurezza diminuiscono; se le lesioni e le malattie calano, diminuiscono anche i danni ed i rischi di responsabilità che per la normativa vigente comunque ricadono direttamente sul datore di lavoro.

Abbiamo analizzato le varie prospettive di analisi sul tema della sicurezza che sottendono anche la normativa in materia. Progressivamente siamo passati da un approccio accusatorio all’incidente centrato sull’individuazione di un colpevole, a un approccio più sistemico che presuppone che ci siano diversi livelli di fallimento che si concatenano per produrre il danno. È vero che in caso di infortunio o incidente possiamo sempre individuare un lavoratore che, con il suo comportamento, lo ha attivato, ma procedendo a ritroso emergono sempre elementi del sistema che pur rimanendo silenti fino a quel momento, hanno fatto sì che quel comportamento avvenisse e le difese fallissero.

Al fine di eliminare gli elementi di criticità all’interno del sistema aziendale, è necessario che le organizzazioni applichino buone pratiche di gestione e qualità dei processi organizzativi. Per riportare questo nuovo modo di guardare alla sicurezza in un contesto reale, abbiamo approfondito il caso dell’incidente avvenuto a Linate l’8 ottobre 2001 che mette, secondo noi, bene in evidenza come l’errore umano sia inserito in un più ampio gioco di disfunzioni organizzative e interorganizzative, in cui talvolta le regole e le responsabilità non sono ben definite, e dove aspetti importanti come la comunicazione in qualche modo falliscono.

Ci siamo soffermati sulla struttura organizzativa a livello di sicurezza nelle imprese, in quanto risulta essere di primaria importanza al fine di ottenere una maggiore efficacia e efficienza rispetto all’attività aziendale. Abbiamo quindi descritto la ripartizione gerarchico-funzionale del dovere di sicurezza e relativa responsabilità antinfortunistica, caratterizzata dalle varie figure di riferimento riscontrabili nella normativa. All’interno dei sistemi di gestione della sicurezza abbiamo svolto un breve approfondimento sui sistemi di incentivi e premi che le aziende possono applicare per implementare il loro livello di sicurezza e ridurre il tasso di incidenti.

Successivamente l’attenzione è stata posta su una classe di rischi, tra cui abbiamo individuato lo stress lavoro-correlato, che ha profondamente a che fare con le risorse umane e che, come introdotto nel D.Lgs 81/08, il datore di lavoro deve necessariamente valutare per la salute e sicurezza dei lavoratori. Infine per sottolineare ulteriormente quanto la tematica da noi affrontata sia rilevante nella vita delle aziende, abbiamo voluto anche introdurre una breve panoramica sui costi sociali, umani ed economici legati alla gestione della sicurezza nelle organizzazioni.

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Alberto Crespi

Alberto Crespi

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