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La reputazione d’impresa: quant’è importante e come gestirla – Oriana Roncarolo, Deloitte

Elaborato di Eliana Calderone, Roberta Porcelli e Lorenzo Carrese, studenti del Master ISTUD Giuristi in Azienda.

Durante la giornata del 15 ottobre 2019, presso la sede della Fondazione Istud, a Baveno, la Dott.ssa Oriana Roncarolo, Partner Forensic presso Deloitte Financial Advisory S.r.l., ha tenuto un’interessante lezione sulla gestione per le imprese del rischio reputazionale con le terze parti.

In un’era in cui le informazioni viaggiano alla velocità della luce, la reputazione, intesa come il risultato delle valutazioni e delle aspettative che gli stakeholders hanno nei confronti di un determinato prodotto aziendale, deve essere tutelata da tutto quello che può pregiudicarla. Partner dai profili non proprio limpidi, fornitori in odore di criminalità organizzata, clienti nel mezzo di vicende giudiziarie potrebbero infatti pregiudicare la reputation di un’azienda e i conseguenti rapporti con altre imprese.

Ma allora come è possibile tutelare un asset così importante e complesso come la reputazione?

A tale domanda una risposta esaustiva viene fornita proprio dalla Dott.ssa Roncarolo, che ci ha illustrato come le funzioni aziendali legal, compliance e security operino in sinergia.

Il primo step per i professionisti operanti in tali funzioni aziendali è costituito dall’implementazione di processi di verifica reputazionale per creare dei modelli di integrity risk rating.

Tali modelli, introducendo un processo strutturato di valutazione delle risultanze delle verifiche reputazionali esperite, permettono di massimizzare l’efficacia dei sistemi interni di gestione del rischio, garantendo un’uniformità di valutazione delle controparti.

Inoltre, analizzando la “trasparenza” societaria e il profilo reputazionale della parte sotto esame e rendendo efficiente l’attività di analisi, si permette sia di comprimere le tempistiche del processo di verifica sia di promuovere l’etica aziendale, sponsorizzandone i principi cardine e garantendo l’instaurazione di rapporti “integri” con gli stakeholders.

Tuttavia il procedimento di verifica reputazionale non è mai semplice e rapido come si può pensare, vista l’enorme mole di dati a disposizione e la relativa assenza di filtri che permettono ai professionisti di gestire tali informazioni.

Ma come si articola tale processo valutativo?

Il tutto si sviluppa in 4 fasi operative: La prima è quella della ricostruzione del profilo societario delle controparti “target”, al fine di avere un’immagine chiara e precisa del potenziale partner.

La seconda fase prevede l’effettiva analisi del profilo reputazionale, attraverso fonti open sources, come bilanci e data base societari, rassegne stampa e banche dati forensic.

Successivamente si passa alla catalogazione delle “bad news in termini di rischi-reato ai sensi del d.lgs n. 231/2001. In tale fase l’analisi delle evidenze reputazionali e delle criticità raccolte permette la loro valutazione, secondo le logiche di business judgement, in considerazione degli specifici fattori di rischio.

Si arriva infine alla fase più importante per l’azienda: la determinazione dell’“integrity risk rating e la valutazione del rischio reputazionale della controparte. In tale fase il soggetto viene catalogato in base al rischio reputazionale ad esso associato, che determinerà l’effettiva possibilità per l’azienda di condurre futuri affari con la controparte.

Esso costituisce, quindi, un importantissimo mezzo al servizio delle aziende che, se sapientemente gestito, permette sia di tutelare la propria reputazione, sia di avere un vantaggio competitivo sul mercato in termini di trasparenza e integrità, oltre alla possibilità di essere implementato in vari settori, come, ad esempio, la prevenzione dei financial crimes, la cyber security e altri campi in continua espansione.

Naturalmente nuove sfide riguardano l’utilizzo di tecnologie sempre all’avanguardia. E a tale proposito è sempre più presente l’uso di veri e propri algoritmi predittivi di valutazione dei rischi aziendali, talmente sofisticati da rasentare l’intelligenza artificiale. Tali mezzi, rendendo più agevole e veloce la ricerca e l’analisi dei dati, consentono di esaminare gli stessi e proiettarli in trend futuri per anticipare le esigenze del professionista.

Al termine della lezione, grazie agli stimoli e alle curiosità risolte dalla Dott.ssa Oriana Roncarolo, sappiamo di avere mosso i primi passi in un mondo altamente predittivo e sofisticato, che nel futuro condizionerà sicuramente l’operato e la professionalità di figure come il legal aziendale, ponendo nuove sfide e nuovi mezzi di crescita.

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Eliana Calderone

Eliana Calderone

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